1. Il dente di Buddha:
Se per i cristiani uno degli oggetti più sacri e simbolici è la Sacra Sindone, per i buddisti lo è il dente di Buddha: il dente dell’illuminato è venerato dai fedeli ed è esposto nel “Tempio del Dente” che si trova nella città di Kandy, situata Stato dello Sri Lanka.
2. I protagonisti di alcuni film si sono sottoposti ad interventi di chirurgia orale per rendere più realistiche alcune scene:
Nel film “Fight Club”, il personaggio interpretato da Brad Pitt perde i denti a causa di colpo sul volto. Per rendere più realistica la scena l’attore americano si fece estrarre alcuni denti che ha poi sostituito con degli impianti dentali.
3. I denti possono essere utilizzati per recuperare la vista nel caso di cecità corneale:
Se il trapianto di cornea fallisce, o non è possibile, alcuni ospedali realizzano un modernissimo intervento che può permettere di recuperare la vista: un dente viene estratto e al suo interno viene inserita una protesi in plexiglass (un occhio artificiale). Il tessuto dentale, dopo un complicato processo di adattamento, sarà poi inserito e utilizzato per recuperare la vista.
4. La banca dei denti:
In Norvegia i bambini possono donare i loro denti da latte aiutando la scienza. Oltre ai denti, l’istituto di ricerca richiede un campione di sangue e un’altro di urina della madre del bambino. I ricercatori utilizzeranno i denti decidui per studiare sia gli aspetti genetici, sia la trasmissione batterica.
5. È possibile tatuare i denti:
Al giorno d’oggi alcune persone decidono di far tatuare i propri denti. Questi tatuaggi sono collocati sulla corona e utilizzano un materiale, denominato grafene, che respinge la placca batterica. Studio Bergamaschi Gilardoni, dentista a Treviglio, sconsiglia ovviamente questo tipo di tatuaggi perché possono essere nocivi per lo smalto dentale.
6. “False ortodonzie estetiche”:
In Thailandia, poche sono le persone che hanno la capacità economica sufficiente per rivolgersi al dentista, per questo alcune persone scelgono di utilizzare delle protesi colorate, non efficaci a livello medico però capaci di cambiare l’estetica della bocca.
7. Alcuni bambini nascono con i denti da latte:
Sapevate che ogni anno circa 2.000 bambini nascono con i denti da latte? Normalmente i denti decidui spuntano quando il bambino ha circa 9 mesi di età, ma a volte questo momento è anticipato da cause genetiche. I denti decidui, se nati prematuri, hanno le radici deboli e possono creare problemi nell’allattamento, per questo nella maggioranza dei casi il dentista decide di estrarli. La leggenda racconta che due grandissimi condottieri, Napoleone Buonaparte e Giulio Cesare, sono nati con i denti da latte.
8. Il dente di John Lennon:
Il leader dei Beatles, John Lennon, regalò un suo molare alla figlia della governante del suo appartamento. Il dente, con gli anni, è diventato un oggetto di culto ed un dentista ha pagato 30.000$ per comprarlo ed estrarne il DNA, con la speranza che un giorno sarà possibile clonare il cantante. Lennon mai avrebbe potuto immaginare che uno dei suoi denti sarebbe diventato un famoso oggetto di culto.
9. Gli esseri umani sono in continua evoluzione:
I molari hanno aiutato ai nostri antenati a sopravvivere perché erano indispensabili per schiacciare e rompere le radici e i cibi tipici nell’alimentazione di una tribù nomade. Al giorno d’oggi, il 35% delle persone nasce senza denti del giudizio, o ha la necessità di estrarli perché spesso nella bocca non vi è lo spazio sufficiente per la loro crescita. Secondo alcuni scienziati, le generazioni future nasceranno senza i denti del giudizio.
10. Le gemme sui denti:
Già 2.500 anni fa i Maya curavano l’estetica della bocca e utilizzano una specie di “trapano” che permetteva di realizzare delle piccole fessure nei denti adatte a collocare delle pietre preziose.
Come dimostra il nostro articolo i denti e la salute orale non sono un argomento noioso e monotono come molti pensano. Se vuoi un sorriso bellissimo affidati allo studio dentistico Bergamaschi Gilardoni a Treviglio.
In ambito dentistico, la laserterapia può essere utilizzata per:
- endodonzia;
- parodontologia;
- chirurgia.
Tra le terapie endodontiche, una delle più note è la devitalizzazione, ovvero l’asportazione della polpa dentale eccessivamente danneggiata e compromessa da una carie profonda.
Con la laser terapia si ottengono ottimi risultati in ambito endodontico: la devitalizzazione viene effettuata in tempi brevi e in maniera del tutto indolore, evitando la contaminazione batterica e sterilizzando i canali in modo adeguato, così da diminuire anche la comparsa di complicazioni quali lesioni apicali e granulomi.
La parodontologia si occupa delle affezioni del tessuto parodontale e, in particolare, di gengiviti e piorrea. Il laser, grazie alla sua azione battericida, è particolarmente adatto nel trattamento delle malattie che interessano le tasche gengivali, garantendo allo stesso tempo una decontaminazione batterica e una rapida guarigione dei tessuti parodontali. In particolare, la laserterapia in parodontologia viene applicata alla detartrasi e alla pulizia sottogengivale, per un’igiene profonda e accurata.
Il laser è un valido alleato in ambito chirurgico; oggi viene utilizzato al posto del bisturi e ha diversi vantaggi: è molto più preciso ed efficace, meno invasivo e doloroso e, grazie alla sua azione coagulante, permette di diminuire i punti di sutura e accelerare il processo di cicatrizzazione.
Attualmente, gli studi dentistici più moderni e all’avanguardia preferiscono l’impiego del laser nelle terapie e negli interventi odontoiatrici, al fine di assicurare ai loro pazienti la massima sicurezza, rapidità e qualità.
Cosa sono i denti del giudizio?
Vengono chiamati denti del giudizio i quattro molari, due superiori e due inferiori, precisamente i terzi per ordine, che compaiono nell’età compresa tra i sedici e i venticinque anni e da cui deriva il termine giudizio, presente in moltissime lingue. Questi particolari denti hanno la caratteristica di infiammarsi spesso e questo è dovuto alla posizione che hanno all’interno della bocca. Infatti spesso i denti del giudizio non spuntano o spuntano con un asse inclinato rispetto al normale a causa del fatto che non c’è più molto spazio per una normale crescita del dente. Questo problema è di tipo evolutivo, poiché mentre gli antenati dell’homo sapiens avevano mascelle più massicce e lunghe per strappare la carne cruda dalle ossa, con l’avvento della cottura e delle tecniche di lavorazione delle carni, la mascella si è ridotta diminuendo lo spazio per questi molari ormai poco utilizzati.
Cause principali dell’infiammazione del dente del giudizio.
Come detto in precedenza una delle cause più comuni dell’infiammazione dei denti del giudizio è dovuto alla posizione che occupano e al poco spazio. Questo determina che il molare del giudizio non riesca ad uscire o esca non allineato agli altri denti e solo parzialmente causando infiammazione della gengiva e possibile estrazione dello stesso per evitare sintomi cronici di dolore e infiammazione. Un altro problema dei denti del giudizio, sempre legati alla posizione, è quello dell’igiene orale. La posizione problematica e la maniera in cui è cresciuto il dente portano spesso a delle difficoltà nell’utilizzare in quella zona lo spazzolino in maniera corretta provocando una non ottimale pulizia che porta spesso a carie e ad una successiva rimozione del dente del giudizio.
I sintomi di infezione del dente del giudizio.
I sintomi dovuti all’infezione del dente del giudizio sono, in parte, molto comuni e facilmente riconoscibili. Il primo sintomo è sicuramente quello più comune di tutti, il dolore. Si tratta di un dolore acuto che di solito si estende ai denti più prossimi a quello infiammato arrivando a coinvolgere l’intero lato della mandibola dove si trova il dente. Se si trova nell’arcata superiore è possibile che il dolore si estenda anche alla tempia più vicina e allo zigomo.
Un altro sintomo molto comune è il gonfiore, che interessa la gengiva e si può estendere alla guancia. Questo sintomo è accompagnato da un dolore intermittente e alla possibile presenza di pus dovuto all’infezione.
Sintomo comune, molto spesso sottovalutato è l’alitosi. L’infezione di un dente del giudizio infatti, comporta il moltiplicarsi dei batteri nella regione del cavo orale causando cattivo odore e comparsa perciò di alitosi.
Dopo aver analizzato i sintomi più comuni ci possiamo soffermare su quelli dovuti ad un’infezione più profonda che non sempre appaiono ma che ugualmente possono essere ricondotti all’infezione del dente del giudizio.
Parlando di dolore, un sintomo da tenere in considerazione è il dolore diffuso, cioè quello che si è esteso non solo all’arcata dentale, ma ad altre zone della testa. Se l’infezione è profonda infatti, il dolore si può estendere a tutta la testa, all’orecchio, al collo e alle spalle.
A causa del dolore molto forte poi, un altro sintomo che può comparire sono le vertigini. Dolore molto forte e diffuso causa alle volte un coinvolgimento di alcuni nervi o sezioni che controllano l’equilibrio causando questo sintomo.
Se l’infezione è molto forte, questa causa l’ingrossamento dei linfonodi e delle ghiandole del collo, che causano quella caratteristica difficoltà nel deglutire accompagnata da dolore.
Infine, poiché si tratta di un’infezione, una delle risposte del nostro corpo a questa condizione, è la febbre. Quando il corpo combatte l’infezione infatti, la temperatura corporea si alza e possiamo arrivare ad avere temperature che si aggirano intorno ai trentotto gradi.
Studio Bergamaschi Gilardoni, Dentista a Treviglio
I controlli regolari dal dentista possono essere utili alleati nella lotta contro i tumori. A mostrare che gli odontoiatri giocano un ruolo sempre più importante nell’individuare precocemente diversi tipi di cancro orale, sono i dati di uno studio pubblicato sul Journal of American Dental Association. Il tumore del cavo orale, ricorda l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (Andi), si sviluppa più frequentemente su lingua, mucosa delle guance, pavimento della bocca, orofaringe e tonsille. Registra circa 9.000 nuovi casi ogni anno e rappresenta il 5% dei tumori nell’uomo e l’1% nella donna, ma la sua incidenza è in aumento. Il nuovo studio ha esaminato oltre 60.000 biopsie richieste dai dentisti ed effettuate, tra il 2005 e il 2015, presso il Toronto Oral Pathology Service (TOPS), in Canada. Nel corso di 11 anni, 828 casi di cancro e 2.679 lesioni precancerose sono stati diagnosticati dai dentisti. E l’aumento è stato particolarmente significativo: nel 2005 erano stati rilevati solo 56 casi di cancro orale e 99 casi di lesioni, nel 2015, il numero era passato rispettivamente a 103 e 374 casi.
“I carcinomi del cavo orale sono generalmente aggressivi ma, se trattati nelle fasi iniziali – commenta Luca Landi, presidente eletto della Società Italiana di Parodontologia (SIdP) – presentano tassi di sopravvivenza molto più alti. La responsabilità dei dentisti è quindi quella di essere delle sentinelle in grado di fare una diagnosi differenziale iniziale.
E questo rappresenta un motivo in più per non mancare l’appuntamento per un check up periodico”. L’importanza della salute della bocca sarà al centro dell’Oral Cancer Day (oralcancerday.it), organizzato, l’11 maggio, dalla Fondazione Andi Onlus, all’insegna dello slogan ‘Apri la bocca e apri gli occhi’. Durante tutta la giornata i cittadini potranno incontrare i dentisti nei punti informativi allestiti in 60 piazze italiane e per un mese sarà possibile effettuare visite gratuite in oltre 3.600 studi.
Fonte: www.ansa.it
La prevenzione per denti e sorriso ha un ruolo chiave. Il nostro sorriso e di conseguenza lo stato dei nostri denti sono una sorta di biglietto da visita. L’igiene orale è fondamentale e oltre ad una componente prettamente salutistica va ad incidere anche su aspetti legati all’autostima, all’aspetto e alla considerazione che si ha di sé. E non solo: la funzione dei denti non è limitata alla sola masticazione. Questi, infatti, per la loro collocazione ed il rapporto con labbra, guance e lingua, hanno un ruolo essenziale anche nella fonazione (articolazione della parola) e nella vita relazionale. L’impossibilità di sorridere, a causa di una bocca poco «curata» può rappresentare una notevole limitazione ai rapporti sociali e quindi alla vita di relazione dell’individuo.
La prevenzione per denti e sorriso
Di conseguenza è facile intuire quanto sia importante dedicarsi alla prevenzione della propria salute orale: i denti vanno curati e coccolati, c’è poco da girarci intorno, anche perché da una loro problematica potrebbero nascere situazioni più gravi correlate in altre parti del corpo (patologie della postura, ecc.). Le malattie del cavo orale che colpiscono la stragrande maggioranza della popolazione italiana, sono strettamente legate agli stili di vita (igienici e alimentari) e sono provocate in larga misura da batteri contenuti nella placca dentaria.
Igiene orale e alimentare
La mancanza di adeguati interventi di prevenzione porta ad alti valori di prevalenza di carie e di parodontopatie, con perdita precoce di elementi dentari causa di edentulismo (parziale o totale) e di conseguenti disagi funzionali ed estetici. Dopo questo ampio cappello appare dunque doveroso curare i propri denti e preoccuparsi soprattutto della prevenzione. Si parte dunque con l’adozione e la pratica quotidiana di precise norme di comportamento, legate a pratiche di igiene orale e alimentare. Questo si traduce in un corretto spazzolamento dei denti (almeno tre volte al giorno, dopo i pasti principali, per due/tre minuti) con un dentifricio a base di fluoro e nell’uso quotidiano del filo interdentale per eliminare la placca batterica dalle superficie dei denti, allontanando gli eventuali residui di cibo.
Le abitudini alimentari
Eccoci poi alle abitudini alimentari: una dieta troppo ricca di zucchero è sconsigliata perché favorisce la formazione della placca batterica. Meglio naturalmente consumare in modo equilibrato frutta e verdura. Utili per la salute dei denti dato che sono ricche di vitamina C, A, D, calcio, fosforo, potassio, sodio, ferro e magnesio. Infine l’ultimo tassello fondamentale, assolutamente da non sottovalutare quando si parla di prevenzione, sono le visite specialistiche. Dal dentista serve andarci periodicamente, per intercettare con precocità gli eventuali processi patologici. In questo modo si tengono monitorati sia i denti che le gengive. Ed inoltre saranno sostenute delle sedute di igiene orale professionale. Utili per rimuovere il tartaro che si forma nelle zone dove è più difficile la pulizia domiciliare e maggiore il ristagno di saliva.
Fonte: www.lamartesana.it
In base a diversi studi effettuati da ricercatori di tutto il mondo è sempre più evidente il legame tra salute dei denti e salute del cuore
Le malattie dentali non sono solo un problema per la salute del cavo orale ma possono influire negativamente sul resto dell’organismo; da anni è ormai sempre più chiaro che esiste una correlazione tra le infiammazioni a carico dei denti e la salute del cuore. I principali responsabili di questo legame sono i batteri contenuti nella placca che causano la parodontite, conosciuta più comunemente come piorrea e che rappresentano un fattore di rischio per l’endocardite, ossia l’infiammazione dei tessuti che rivestono le cavità interne del cuore.
Secondo il Dott. Carlo Setta, medico dentista attivo a Roma e Pescara, il nesso tra le infiammazioni dentali causate dai batteri della placca e i rischi per il cuore è tutt’altro che labile e, in questo contesto, un’accurata e approfondita igiene orale deve essere la prima e più importante regola da osservare, soprattutto per chi ha sviluppato patologie dentali gravi come la parodontite. A supporto di questa tesi ci illustra uno degli studi più interessanti sul tema, quello effettuato dall’Università di Örebro in Svezia che porta la firma del Professor Torbjörn Bengtsson.
GLI STUDI SUL LEGAME DENTI-CUORE
In base ai risultati della ricerca svedese è stato confermato ancora una volta che esiste un legame tra salute dei denti e salute del cuore. In particolare la causa che aumenterebbe le probabilità di un problema cardiaco è rappresentata da un batterio, il “Porphyromonas gingivalis”principale responsabile dell’insorgere della parodontite; tale batterio è stato trovato anche nelle placche di pazienti colpiti da attacco cardiaco, seguendo questa relazione i ricercatori hanno ipotizzato la correlazione tra il batterio e la formazione di aterosclerosi coronarica e aortica.
GLI ESPERIMENTI
A supportare le intuizioni del team troviamo i risultati dell’iniezione in laboratorio del batterio P. Gingivalis in cellule aortiche coltivate, che, in condizioni normali, producono bassi livelli di angiopoietina-2; dopo l’innesto del batterio si è documentato un aumento sensibile di tale fattore di crescita vascolare, segno di un aumento dell’infiammazione sistemica, che influisce sul processo di aterosclerosi.
Stando a questi risultati, uniti a quelli di altre ricerche effettuate in tutto il mondo, è evidente di come esista un legame tra salute dentale e salute del cuore. In questa ottica, nei prossimi anni sarà necessario approfondire questo legame per riuscire ad individuare e a collocare la presenza di marcatori biologici utili a eventuali diagnosi e trattamenti sia delle patologie legate al cavo orale che a quelle coronariche.
PREVENIRE LE INFEZIONI
La salute del nostro cuore, quindi, è legata a quella dei nostri denti pertanto la pulizia e le corrette norme di igiene orale devono diventare un’abitudine quotidiana ed essere rispettate il più possibile per prevenire problemi dentali e, di conseguenza, possibili infiammazioni batteriche che si estendono al resto dell’organismo. I consigli da seguire sono semplici e alla portata di tutti: osservare una dieta povera di zuccheri, evitare di fumare in quanto il fumo, riscaldando la bocca, aumenta le possibilità di proliferazione batterica, lavare e spazzolare accuratamente i denti per un tempo non inferiore ai due minuti, utilizzare con cura il filo interdentale per rimuovere residui di cibo che possono insediarsi nelle cavità non raggiunte dallo spazzolino.
I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE
Nonostante la pulizia e l’accurata igiene orale, il rischio di infiammazioni gengivali e patologie dentali non può essere azzerato, per cui è sempre consigliabile monitorare il proprio stato di salute dentale e rivolgersi a un dentista alla presenza di alcuni sintomi che, se non trattati tempestivamente, possono portare a conseguenze anche gravi. Tra i sintomi a cui prestare maggiore attenzione troviamo il sanguinamento delle gengive, il dolore diffuso e generalizzato dei denti, la presenza di ascessi e neo-formazioni che possono essere causati da infezioni batteriche e che vanno trattati con tempestività da un professionista.
Fonte: www.varesenews.it
Come fare se il piccolo paziente non è predisposto alla collaborazione? È possibile prepararlo per la temuta visita dal dentista?
Ecco qualche consiglio:
- Fissare il primo appuntamento quando il bambino non ha dolore, così da rendere questo momento positivo e piacevole, e non legato ad un evento traumatico
- Fissare l’appuntamento in giornate tranquille e lontano da altre visite specialistiche: se il bambino non ha troppi impegni, soprattutto medici, sarà più rilassato
- Concedere al bimbo di portarsi un gioco o un peluche per farlo sentire come a casa e avere un “amico” a sostenerlo nella “prova. Lasciare, inoltre, al bambino la scelta dell’abbigliamento da indossare potrebbe aumentare le sue aspettative positive
- Prepararlo alla vista come per un normale impegno, in modo positivo e sereno, senza enfatizzare l’evento ma spiegando che il dentista è un amico che, come un maestro, gli insegnerà a prendersi cura della sua bocca
- Anche se il genitore è in apprensione, cercare di non farla trasparire per non trasmetterla al bambino. Non utilizzare parole come paura, dolore o male che potrebbero creare uno stato d’ansia inutile
- Non dire al bambino che atteggiamento mentale e comportamentale mantenere durante la visita (fai il bravo, non piangere…) per non stressarlo emotivamente e caricare negativamente il momento della visita
- Affiancare il bambino durante tutta la durata della prima visita, rimanendo in sala d’attesa durante gli appuntamenti di trattamento. Questo aspetto è importante perché, non solo aiuterà lo Staff medico a stabilire un rapporto di fiducia più solido con il piccolo paziente, ma consentirà al genitore di non interferire involontariamente durante la seduta con una parola o uno sguardo che possono alzare la soglia d’allerta del bambino.
Se un bambino è celiaco, o predisposto alla malattia, lo si può scoprire anche dalla bocca, e più precisamente dalla salute dei suoi denti. Per questa ragione la salute orale nei piccoli va monitorata con attenzione, per individuare anche particolari segnali che potrebbero indicare un’eventuale intolleranza al glutine. A spiegarlo è Raffaella Docimo, direttore della Cattedra di Odontoiatria pediatrica all’Università Tor Vergata di Roma.
Vari sono i segnali che dovrebbero far suonare un campanello d’allarme: innanzitutto l’alterazione dello smalto, caratterizzato da un più basso rapporto di calcio e fosforo mentre non si rileverebbero differenze nella relazione carbonato-fosfato. Ma non solo, spiega l’esperta: vari studi hanno rilevato come afte ricorrenti, dolore della mucosa linguale, una particolare dermatite detta erpetiforme, o anche una produzione ridotta di saliva, potrebbero essere correlabili alla malattia celiaca. Da non escludere anche un ritardo nello sviluppo delle ossa mascellari e dell’eruzione dentale. Altri segnali, aggiunge, possono essere delle macchie bianche o brune sui denti, solchi e lesioni dello smalto impercettibili ad occhio nudo.
Nella bocca, dunque, “ci possono essere i primi campanelli d’allarme di una malattia celiaca non ancora diagnosticata. Ma la salute orale in età pediatrica – avverte Docimo – non va trascurata anche perchè influenza lo stato di salute generale del bambino”.
Eppure, sottolinea, “negli ultimi anni nel nostro Paese si è registrato un minor accesso alle prestazioni odontoiatriche, anche quelle pediatriche, pur essendone aumentata la richiesta. Ciò si deve principalmente a fattori legati alla crisi economica”. In tale situazione, diminuisce anche la possibilità di fare prevenzione: “In Italia – ricorda Docimo – nel 2017 milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure odontoiatriche, e l’offerta pubblica resta carente”.
L’appello alle istituzioni, conclude, è dunque ad “una maggiore attenzione a questo ambito, per incentivare cure e prevenzione”.
Fonte: www.ansa.it
Studio Bergamaschi Gilardoni, dentista a Treviglio (BG)
Non hai mai avuto dolore ai denti quando mangi qualcosa di caldo o di freddo? Se lo smalto dei tuoi denti è logorato o le tue gengive si sono ritirate, i denti rimangono molto sensibili al cambiamento di temperatura, se i tuoi denti entrano in contatto con cibi caldi o troppo freddi, avrai dolore. Durante l’inverno, i tuoi denti si contraggono in risposta al freddo intenso, si possono formare piccole deiescienza e causare lo stesso tipo di sensibilità di quando si morde un ghiacciolo o un gelato.
Il freddo può far male ai miei denti?
Sì, il freddo può far male ai denti. In risposta a caldo e freddo estremi, i tuoi denti si espandono e si contraggono. Nel tempo, questo può portare a crepe nei denti, esponendo microscopici tuboli sotto lo smalto. Questo è lo stesso dolore ai denti che senti a causa di cavità, malattie gengivali e altre cattive abitudini orali. Questo strato sotto lo smalto è chiamato dentina. È il “nucleo” dei tuoi denti , con lo smalto che copre la parte superiore di questo strato e le gengive che coprono la parte inferiore. Sfortunatamente, la dentina è ricoperta di fibre nervose. Pertanto, qualsiasi problema con il tuo smalto o le gengive, come la malattia parodontale, potrebbe lasciarti vulnerabile al dolore da freddo. La sensibilità meteorologica può verificarsi a prescindere dal livello di cura dei denti, ma si corre un rischio maggiore se non si pratica una buona igiene orale e si vive in un’area con sbalzi termici estremi. Per ridurre al minimo la sensibilità, dovresti conoscere le cause più comuni per i denti sensibili e cosa dovresti fare quando noti dolore a causa del freddo.
Responsabili comuni responsabili di denti stagionalmente sensibili
La tua dentina potrebbe essere esposta per una serie di motivi. Le persone spesso logorano lo smalto o soffrono di sfuggente sensibilità alle gengive e ai denti a causa di uno dei seguenti motivi:
– malattia parodontale: le malattie delle gengive, del cemento, del legamento parodontale e dell’osso alveolare possono esporre la dentina e causare sensibilità. La gengivite è una delle prime fasi della malattia parodontale.
Spazzolare troppo energicamente: si potrebbe pensare che sia necessario spingere forte per rimuovere le macchie superficiali, ma spazzolare con troppa forza può iniziare a consumare lo smalto.
– serratura e rettifica: alcune persone possono stringere o digrignare i denti nel sonno. Questo può logorare lo smalto dei denti e portare alla sensibilità.
– carie dentaria : la sensibilità al freddo è un segno precoce di un problema di carie dentaria non rilevato. Se inizi a provare dolore ai denti, vai da un dentista.
– agenti sbiancanti dentali: hai iniziato a usare un nuovo sbiancante dentale? Gli ingredienti che rendono i tuoi denti più bianchi possono spogliare le macchie superficiali e iniziare a consumare lo smalto. Se l’agente inizia a ferire i denti, interrompere il trattamento e consultare il proprio dentista.
– bevande acide: bibite , caffè, tè e altre bevande con un’alta concentrazione di acido, come i succhi, possono erodere i denti ed esporre lo strato di dentina.
– altre abitudini di stile di vita: altre cattive abitudini di salute orale, come l’uso di prodotti del tabacco o non spazzolare o usare il filo interdentale correttamente, possono far recedere le gengive. Quando ciò accade, la dentina alla base delle gengive è esposta e può portare a denti sensibili alla temperatura.
Prova queste correzioni per i tuoi denti sensibili
Se stai sperimentando la sensibilità, il dentista può raccomandare una di queste correzioni per i tuoi denti sensibili :
– un’applicazione al fluoro: il fluoro è un minerale naturale che un dentista può applicare ai denti sensibili. Questa applicazione rafforza lo smalto e quindi previene la sensibilità a causa della dentina esposta.
– superfici di copertura della radice: un dentista può applicare un sigillante per risolvere i problemi con le gengive sfuggenti.
– fare una guardia della bocca: se si stringono o si digrignano i denti, un dentista può fare un paradenti per evitare di danneggiare i denti nel sonno. Questo può aiutare anche con il dolore alla mascella.
– trattamento del canale radicolare : durante la procedura canalare, il dentista rimuove la polpa molle all’interno del dente danneggiato. Questo è raccomandato per risolvere problemi con carie profonde o denti incrinati o scheggiati
I denti da latte iniziano a crescere nel bambino a partire dal secondo mese di vita, solitamente in maniera improvvisa.
In genere si fa riferimento a uno schema che indica i tempi della dentizione, il quale non va però considerato come regola assoluta.
Di solito intorno ai sei mesi spunta il primo incisivo inferiore e subito dopo il secondo incisivo inferiore. Solo dopo i sette mesi comparirà il primo incisivo superiore. Tra gli otto e i nove mesi spunteranno i quattro denti anteriori superiori. Invece, tra il nono e il decimo mese ci sarà una fila di quattro denti superiori e una di quattro inferiori. In questo momento ci potrà essere una pausa: il primo dei quattro molari, il dente successivo, comparirà quando un bambino compirà il primo compleanno. La dentatura da latte sarà completa intorno ai 2 anni.
I denti da latte sono più piccoli di quelli definitivi e possiedono meno smalto. Il loro compito è quello di mantenere lo spazio necessario per i denti permanenti, che sono fondamentalmente la successiva dentatura definitiva che la bocca del bambino, dato che è troppo piccola, non può contenere.
Come sono suddivisi?
I denti da latte, detti anche decidui, sono di colore bianco latte e sono 20, suddivisi nel seguente modo:
• 2 incisivi centrali
• 2 incisivi laterali
• 2 canini
• 4 molari
Lo schema dell’eruzione dei denti decidui è solitamente il seguente:
• Incisivi centrali e laterali dal 3° al 12° mese
• Primi molari decidui dal 12° al 18° mese
• Canini dal 18° al 24° mese
• Secondi molari decidui dal 24° al 30° mese
L’eruzione dei primi dentini è accompagnata da sintomi generali e locali nella maggior parte dei casi. Questi sintomi possono risultare più o meno fastidiosi per il bambino. Solitamente sono disturbi passeggeri e di lieve entità, perché la forma piatta e tagliente dei denti anteriori ne agevola l’uscita, al contrario accade per i molari che sono più grandi e larghi.
Quali sono i sintomi?
I sintomi più comuni sono:
• gengive gonfie e infiammate
• salivazione abbondante
• irritabilità
• sonno disturbato
• febbre, diarrea a inappetenza
Rimedi
A questi disturbi si può porre rimedio attraverso prodotti tradizionali che aiutano ad alleviare il dolore causato dal dentino che spingendo infiamma le gengive e le rende gonfie e dolenti. Ci sono creme specifiche ad azione calmante o in alternativa può servire massaggiare le gengive con una garza sterile imbevuta di acqua fredda. Un altro modo per attenuare questi disturbi è quello di offrire al bambino degli oggetti appositi che il bambino possa mordere.