I primi dentini possono rappresentare una sfida per i genitori, soprattutto se i bambini vivono male il momento dello spazzolino. Eppure prendersi cura dei denti da latte è fondamentale, anche se verranno poi sostituiti da quelli permanenti. Una scarsa igiene orale nei primi anni di vita può favorire l’accumulo di placca e carie, influendo negativamente sullo sviluppo delle arcate dentarie e sulla posizione futura dei denti permanenti.
I denti da latte iniziano a spuntare intorno ai tre-sei mesi e completano la loro eruzione verso i tre anni. In totale sono 20 e cadranno progressivamente a partire dai sei anni. Già prima della comparsa del primo dentino è utile detergere delicatamente le gengive con una garza umida dopo la poppata, per prevenire la carie da biberon.
Con l’eruzione dei primi denti si può iniziare lo spazzolamento, usando una piccola quantità di dentifricio al fluoro. Il bambino va coinvolto gradualmente, così che associ questo momento a qualcosa di positivo. Rendere la pulizia dei denti un gioco è il modo migliore per trasformarla in una sana abitudine.
Fino ai due anni sarà il genitore a gestire la pulizia. Tra i due e i quattro anni, il bambino inizia a lavarsi i denti da solo, con l’aiuto dell’adulto per completare le zone più difficili. Dopo i quattro anni, può diventare più autonomo e imparare tecniche di spazzolamento più efficaci, sempre sotto supervisione.
Presso lo Studio Dentistico Bergamaschi Gilardoni, il nostro team è a disposizione per accompagnare i più piccoli nel percorso di educazione all’igiene orale, con un approccio attento, delicato e su misura per ogni età.
Quando trova un dentino sotto il cuscino, la “fata dei denti” non è sempre contenta. Insieme alla monetina che il piccolo si aspettava, questa volta ha lasciato una letterina. Henry Warner, un inglese che lavora nel mondo dell’educazione, voleva far capire al figlio quanto fosse importante lavarsi i denti e ha scelto un metodo piuttosto originale.

La “fatina” scrive infatti nella letterina di aver analizzato il dente che il bambino le aveva mandato e di non essere affatto contenta: “Abbiamo trovato tracce di aranciata, di cereali e di cioccolata”, scrive la fatina. C’è stato bisogno di esami straordinari, per questo la fatina è stata costretta a ritardare il pagamento. La prossima volta però, al bimbo potrebbe andare peggio: “Per questa volta accettiamo il tuo dente ma vogliamo che ci assicuri che la prossima volta troveremo i tuoi denti in condizioni migliori”.
Se i genitori non erano riusciti a convincerlo in altri modi, adesso il bambino potrebbe cambiare idea. Pur di non scontentare la fatina, sicuramente accetterà il suo consiglio.
Niente più fatina o topino a cui donare il dentino da latte caduto, ora possiamo conservarli in “banca”. Ebbene si, i denti, come in pochi sanno, nella loro polpa contengono cellule staminali. Se estratte e conservate in maniera corretta, possono aprire nuovi scenari su cure alternative che azzerano quasi totalmente le possibilità di rigetto. Si tratta di una scoperta scientifica davvero rivoluzionaria, che potrebbe fornire cure per molte patologie: Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, Alzheimer… Per quanto riguarda l’uso delle cellule staminali, la medicina sta facendo piccoli passi, raccogliendo informazioni molto importanti per il futuro. C’è ancora molto da scoprire, ma c’è la possibilità di trovare cure risolutive per malattie attualmente difficili da curare. In Italia parte dal Politecnico di Milano il progetto di realizzare una banca per conservare le cellule staminali del dente. Il costo è relativamente contenuto.
La conservazione, proposta dal Politecnico, consiste in una sorta di “congelamento” del dente, e prevede il recupero della polpa solo al momento del bisogno. Tramite un laser sarà possibile selezionare una porzione dentale senza danneggiare le altre parti che potranno essere utilizzate in seguito. Scende in campo, a sostegno dell’uso di cellule staminali, uno studio condotto in Australia dal “Dipartimento di ricerca sulle staminali”: “Secondo noi le cellule staminali sono in grado di riparare, in parte, i danni subiti dal cervello in seguito a un ictus, restituendo una buona percentuale di movimento perso”, dicono i ricercatori. Si tratta di ricerche ancora non attuabili, ma gli studiosi sono convinti che in futuro lo saranno.
In Inghilterra le “Banche dei denti da latte” si stanno diffondendo a macchia d’olio. In particolare la “BioEde”, raccoglie dentini da tutto il mondo. Quali devono essere le condizioni?
- i dentini devono essere spediti nell’apposito contenitore, entro 48 ore dalla caduta.
- il dente deve essere sano.
In seguito vengono estratte le cellule staminali e conservate al costo di circa 1000 sterline più 90 annue per la gestione dei servizi. Passi scientifici molto importanti che si preparano a stravolgere, in maniera positiva, il mondo della medicina. !