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Dentista Treviglio | Il figlio non si lava bene i denti, il padre escogita un modo per fargli cambiare idea

Quando trova un dentino sotto il cuscino, la “fata dei denti” non è sempre contenta. Insieme alla monetina che il piccolo si aspettava, questa volta ha lasciato una letterina. Henry Warner, un inglese che lavora nel mondo dell’educazione, voleva far capire al figlio quanto fosse importante lavarsi i denti e ha scelto un metodo piuttosto originale.

 

La “fatina” scrive infatti nella letterina di aver analizzato il dente che il bambino le aveva mandato e di non essere affatto contenta: “Abbiamo trovato tracce di aranciata, di cereali e di cioccolata”, scrive la fatina. C’è stato bisogno di esami straordinari, per questo la fatina è stata costretta a ritardare il pagamento. La prossima volta però, al bimbo potrebbe andare peggio: “Per questa volta accettiamo il tuo dente ma vogliamo che ci assicuri che la prossima volta troveremo i tuoi denti in condizioni migliori”.

 Se i genitori non erano riusciti a convincerlo in altri modi, adesso il bambino potrebbe cambiare idea. Pur di non scontentare la fatina, sicuramente accetterà il suo consiglio.

La flora batterica orale cambia negli anni

Con il passare del tempo, la composizione della flora batterica orale cambia: pertanto, se durante l’infanzia lo sviluppo della carie è dovuto principalmente a cause genetiche, più avanti negli anni dipende dalle abitudini alimentari e dall’igiene orale. Lo evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Cell Host & Microbe da un gruppo di ricerca statunitense-australiano coordinato da Karen E. Nelson, del J. Craig Venter Institute di La Jolla (Usa), che ha esaminato il ruolo che i geni e i batteri presenti nel cavo orale svolgono nella formazione delle carie. Per studiare l’interazione esistente tra fattori ambientali e tratti ereditari, gli scienziati hanno analizzato la flora batterica orale di 485 coppie di gemelli di età compresa tra 5 e 11 anni. “Abbiamo deciso di concentrarci sui bambini perché ipotizziamo due cose: che il microbioma orale cambi rapidamente con l’età, e che le coppie di gemelli composte da ragazzini possiedano lo stesso ambiente orale – precisa Karen E. Nelson -. Questo ci ha permesso di controllare meglio l’influenza degli ambienti comuni e di quelli unici”. Al termine dell’analisi, gli autori hanno osservato che i gemelli identici possedevano microbiomi orali più simili rispetto ai gemelli fraterni. Secondo gli esperti, questi risultati suggeriscono l’esistenza di fattori genetici capaci d’influenzare i batteri presenti nella bocca. Tuttavia, è emerso che i gruppi di microrganismi più legati all’ereditarietà non erano quelli che svolgono un ruolo nella formazione della carie. Inoltre, gli scienziati hanno scoperto che i ceppi ereditari dei batteri diminuiscono significativamente con il passare degli anni, mentre quelli legati all’“ambiente” (ossia alregime alimentare seguito e al tipo di igiene orale) aumentano. Gli autori hanno anche rilevato un collegamento tra determinate specie batteriche e il consumo di zucchero. Hanno osservato, in particolare, che i batteri associati a una minore presenza di carie erano meno diffusi all’interno delle bocche dei bambini che consumavano alimenti e bevande ricchi di zucchero. Al contrario, i batteri associati alla carie erano presenti in quantità elevate nel cavo orale dei bambini che consumavano molti zuccheri. “Questo lavoro – conclude la dottoressa Nelson – rivela la presenza di specifici gruppi di batteri che possono essere acquisiti attraverso l’ambiente e che hanno la capacità di provocare la carie”.

Mirtillo “amico” dei denti sani: aiuta a combattere placca e carie

Il mirtillo rosso sarebbe in grado di proteggere i denti e prevenire la formazione della carie. È quanto emerge dallo studio pubblicato su Caries Research dal team coordinato da Hyun (Michel) Koo, dentista e microbiologo della University of Rochester Medical Center (Usa), secondo cui il frutto sarebbe in grado di ridurre la formazione della placca e, di conseguenza, tutelare la salute dei denti.

La carie, spiega Koo, è infatti provocata dall’azione di alcuni batteri che, dopo aver prodotto la placca, vi si annidano dentro e, indisturbati, rilasciano una sostanza acida che corrode lo smalto. Tuttavia, nel corso della ricerca, condotta su un gruppo di topi, gli studiosi hanno scoperto che le proantocianidine di tipo A, contenute nei mirtilli rossi, sarebbero in grado di distruggere gli enzimi glucosiltransferasi, necessari ai batteri per realizzare i glucani – le molecole che compongono la placca.

Al termine dello studio è emerso che i mirtilli avevano ridotto la produzione di acido e di glucani fino al 70% e di carie fino al 45%, poiché i microrganismi, non essendo più in grado di nascondersi dentro la placca, sarebbero divenuti vulnerabili e meno pericolosi. “I principi contenuti nei mirtilli rossi non uccidono completamente i batteri – afferma Koo -, ma ne ostacolano le due attività più dannose: la produzione di acido e quella di glucano”.

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