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Attenzione ai denti dei bimbi, possibile campanello d’allarme anche per la celiachia

Se un bambino è celiaco, o predisposto alla malattia, lo si può scoprire anche dalla bocca, e più precisamente dalla salute dei suoi denti. Per questa ragione la salute orale nei piccoli va monitorata con attenzione, per individuare anche particolari segnali che potrebbero indicare un’eventuale intolleranza al glutine. A spiegarlo è Raffaella Docimo, direttore della Cattedra di Odontoiatria pediatrica all’Università Tor Vergata di Roma.

Vari sono i segnali che dovrebbero far suonare un campanello d’allarme: innanzitutto l’alterazione dello smalto, caratterizzato da un più basso rapporto di calcio e fosforo mentre non si rileverebbero differenze nella relazione carbonato-fosfato. Ma non solo, spiega l’esperta: vari studi hanno rilevato come afte ricorrenti, dolore della mucosa linguale, una particolare dermatite detta erpetiforme, o anche una produzione ridotta di saliva, potrebbero essere correlabili alla malattia celiaca. Da non escludere anche un ritardo nello sviluppo delle ossa mascellari e dell’eruzione dentale. Altri segnali, aggiunge, possono essere delle macchie bianche o brune sui denti, solchi e lesioni dello smalto impercettibili ad occhio nudo.

Nella bocca, dunque, “ci possono essere i primi campanelli d’allarme di una malattia celiaca non ancora diagnosticata. Ma la salute orale in età pediatrica – avverte Docimo – non va trascurata anche perchè influenza lo stato di salute generale del bambino”.

Eppure, sottolinea, “negli ultimi anni nel nostro Paese si è registrato un minor accesso alle prestazioni odontoiatriche, anche quelle pediatriche, pur essendone aumentata la richiesta. Ciò si deve principalmente a fattori legati alla crisi economica”. In tale situazione, diminuisce anche la possibilità di fare prevenzione: “In Italia – ricorda Docimo – nel 2017 milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure odontoiatriche, e l’offerta pubblica resta carente”.

L’appello alle istituzioni, conclude, è dunque ad “una maggiore attenzione a questo ambito, per incentivare cure e prevenzione”.

 

Fonte: www.ansa.it
Studio Bergamaschi Gilardoni, dentista a Treviglio (BG)

Come il clima invernale può causare mal di denti e sensibilità

Non hai mai avuto dolore ai denti quando mangi qualcosa di caldo o di freddo? Se lo smalto dei tuoi denti è logorato o le tue gengive si sono ritirate, i denti rimangono molto sensibili al cambiamento di temperatura, se i tuoi denti entrano in contatto con cibi caldi o troppo freddi, avrai dolore. Durante l’inverno, i tuoi denti si contraggono in risposta al freddo intenso, si possono formare piccole deiescienza e causare lo stesso tipo di sensibilità di quando si morde un ghiacciolo o un gelato.

Il freddo può far male ai miei denti?
Sì, il freddo può far male ai denti. In risposta a caldo e freddo estremi, i tuoi denti si espandono e si contraggono. Nel tempo, questo può portare a crepe nei denti, esponendo microscopici tuboli sotto lo smalto. Questo è lo stesso dolore ai denti che senti a causa di cavità, malattie gengivali e altre cattive abitudini orali. Questo strato sotto lo smalto è chiamato dentina. È il “nucleo” dei tuoi denti , con lo smalto che copre la parte superiore di questo strato e le gengive che coprono la parte inferiore. Sfortunatamente, la dentina è ricoperta di fibre nervose. Pertanto, qualsiasi problema con il tuo smalto o le gengive, come la malattia parodontale, potrebbe lasciarti vulnerabile al dolore da freddo. La sensibilità meteorologica può verificarsi a prescindere dal livello di cura dei denti, ma si corre un rischio maggiore se non si pratica una buona igiene orale e si vive in un’area con sbalzi termici estremi. Per ridurre al minimo la sensibilità, dovresti conoscere le cause più comuni per i denti sensibili e cosa dovresti fare quando noti dolore a causa del freddo.
Responsabili comuni responsabili di denti stagionalmente sensibili
La tua dentina potrebbe essere esposta per una serie di motivi. Le persone spesso logorano lo smalto o soffrono di sfuggente sensibilità alle gengive e ai denti a causa di uno dei seguenti motivi:
malattia parodontale: le malattie delle gengive, del cemento, del legamento parodontale e dell’osso alveolare possono esporre la dentina e causare sensibilità. La gengivite è una delle prime fasi della malattia parodontale.
Spazzolare troppo energicamente: si potrebbe pensare che sia necessario spingere forte per rimuovere le macchie superficiali, ma spazzolare con troppa forza può iniziare a consumare lo smalto.
serratura e rettifica: alcune persone possono stringere o digrignare i denti nel sonno. Questo può logorare lo smalto dei denti e portare alla sensibilità.
carie dentaria : la sensibilità al freddo è un segno precoce di un problema di carie dentaria non rilevato. Se inizi a provare dolore ai denti, vai da un dentista.
agenti sbiancanti dentali: hai iniziato a usare un nuovo sbiancante dentale? Gli ingredienti che rendono i tuoi denti più bianchi possono spogliare le macchie superficiali e iniziare a consumare lo smalto. Se l’agente inizia a ferire i denti, interrompere il trattamento e consultare il proprio dentista.
bevande acide: bibite , caffè, tè e altre bevande con un’alta concentrazione di acido, come i succhi, possono erodere i denti ed esporre lo strato di dentina.
altre abitudini di stile di vita: altre cattive abitudini di salute orale, come l’uso di prodotti del tabacco o non spazzolare o usare il filo interdentale correttamente, possono far recedere le gengive. Quando ciò accade, la dentina alla base delle gengive è esposta e può portare a denti sensibili alla temperatura.
Prova queste correzioni per i tuoi denti sensibili
Se stai sperimentando la sensibilità, il dentista può raccomandare una di queste correzioni per i tuoi denti sensibili :
un’applicazione al fluoro: il fluoro è un minerale naturale che un dentista può applicare ai denti sensibili. Questa applicazione rafforza lo smalto e quindi previene la sensibilità a causa della dentina esposta.
– superfici di copertura della radice: un dentista può applicare un sigillante per risolvere i problemi con le gengive sfuggenti.
fare una guardia della bocca: se si stringono o si digrignano i denti, un dentista può fare un paradenti per evitare di danneggiare i denti nel sonno. Questo può aiutare anche con il dolore alla mascella.
– trattamento del canale radicolare : durante la procedura canalare, il dentista rimuove la polpa molle all’interno del dente danneggiato. Questo è raccomandato per risolvere problemi con carie profonde o denti incrinati o scheggiati

Denti da latte: quando e come crescono?

denti da latte iniziano a crescere nel bambino a partire dal secondo mese di vita, solitamente in maniera improvvisa.
In genere si fa riferimento a uno schema che indica i tempi della dentizione, il quale non va però considerato come regola assoluta.
Di solito intorno ai sei mesi spunta il primo incisivo inferiore e subito dopo il secondo incisivo inferiore. Solo dopo i sette mesi comparirà il primo incisivo superiore. Tra gli otto e i nove mesi spunteranno i quattro denti anteriori superiori. Invece, tra il nono e il decimo mese ci sarà una fila di quattro denti superiori e una di quattro inferiori. In questo momento ci potrà essere una pausa: il primo dei quattro molari, il dente successivo, comparirà quando un bambino compirà il primo compleanno. La dentatura da latte sarà completa intorno ai 2 anni.

denti da latte sono più piccoli di quelli definitivi e possiedono meno smalto. Il loro compito è quello di mantenere lo spazio necessario per i denti permanenti, che sono fondamentalmente la successiva dentatura definitiva che la bocca del bambino, dato che è troppo piccola, non può contenere.

Come sono suddivisi?

I denti da latte, detti anche decidui, sono di colore bianco latte e sono 20, suddivisi nel seguente modo:
• 2 incisivi centrali
• 2 incisivi laterali
• 2 canini
• 4 molari

Lo schema dell’eruzione dei denti decidui è solitamente il seguente:

• Incisivi centrali e laterali dal 3° al 12° mese
• Primi molari decidui dal 12° al 18° mese
• Canini dal 18° al 24° mese
• Secondi molari decidui dal 24° al 30° mese

L’eruzione dei primi dentini è accompagnata da sintomi generali e locali nella maggior parte dei casi. Questi sintomi possono risultare più o meno fastidiosi per il bambino. Solitamente sono disturbi passeggeri e di lieve entità, perché la forma piatta e tagliente dei denti anteriori ne agevola l’uscita, al contrario accade per i molari che sono più grandi e larghi.

Quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni sono:
• gengive gonfie e infiammate
• salivazione abbondante
• irritabilità
• sonno disturbato
• febbre, diarrea a inappetenza

Rimedi

A questi disturbi si può porre rimedio attraverso prodotti tradizionali che aiutano ad alleviare il dolore causato dal dentino che spingendo infiamma le gengive e le rende gonfie e dolenti. Ci sono creme specifiche ad azione calmante o in alternativa può servire massaggiare le gengive con una garza sterile imbevuta di acqua fredda. Un altro modo per attenuare questi disturbi è quello di offrire al bambino degli oggetti appositi che il bambino possa mordere.

silvia gilardoni

Tartaro sui denti

Il tartaro dei denti, chiamato anche calcolo dentale, è un deposito incrostato che può intrappolare le macchie sui denti e provocare lo scolorimento di questi ultimi. Poiché aderisce saldamente ai denti, può essere rimosso solo da un dentista.

La formazione del tartaro può inoltre rendere più difficile la rimozione di un nuovo accumulo di placca e dei batteri. Esiste un’enorme variabilità nella suscettibilità delle persone alla placca e al tartaro sui denti. In molti casi, questi depositi si accumulano più rapidamente con l’avanzare dell’età.

Come si forma il tartaro sui denti?

Se la placca non viene rimossa regolarmente e in maniera completa, i minerali presenti nella saliva si combinano con la placca e formano dei cristalli che indurendosi formano il tartaro.

Come posso rimuovere il tartaro dai denti?

Mentre la placca può essere rimossa con un accurato spazzolamento e uso del filo interdentale a casa, il calcolo dentale può essere rimosso solo da un professionista odontoiatrico. Il nostro dentista o igienista dentale utilizzerà strumenti affilati per raschiare (scrostare) il tartaro sopra e sotto il bordo gengivale e levigare la superficie del dente, il che contribuisce a impedire l’adesione della placca e la formazione di nuovo tartaro.

Perché è importante prevenire la formazione del tartaro?

La superficie del tartaro è ruvida e ciò rende difficile rimuovere la placca con uno spazzolino e il filo interdentale. Il tartaro è sgradevole e con l’accumularsi delle macchie può assumere un colore giallo o addirittura marrone. Inoltre, dal momento che attrae la placca e rende difficile la pulizia a casa, può contribuire alla formazione di carie, all’alito cattivo e a forme gravi di malattie gengivali.

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Miti e verità sull’ortodonzia

L’ortodonzia è un trattamento odontoiatrico utilizzato per scopi sia estetici che funzionali. Permette di correggere e allineare i denti, come pure di risolvere problemi indesiderati quali il bruxismo o il dolore durante la masticazione.

Grazie ai miglioramenti tecnologici e all’evoluzione dei trattamenti, un numero in continua crescita di persone di tutte le età sceglie i trattamenti ortodontici per ottenere un sorriso sano e bello. Oggi è possibile scegliere tra diversi tipi di trattamenti ortodontici, in base alle specifiche esigenze:

  • apparecchi ortodontici fissi per i problemi più gravi
  • apparecchi mobili per condizioni di minore entità
  • e quelli destinati a fini estetici.

Ecco 7 tra i miti e verità più comuni:

1. I trattamenti ortodontici servono unicamente per fini estetici: mito. 

I trattamenti ortodontici non solo migliorano l’estetica della bocca, ma aiutano anche ad allineare i denti e correggere problemi quali l’affollamento dentale o i difetti di masticazione. Quando mastichiamo il cibo, lo trituriamo. Una cattiva digestione può derivare da problemi di masticazione del cibo in bocca.

2. Durante il trattamento, non sarò in grado di mangiare tutto quello che mi piace: mito.

Se porti un apparecchio ortodontico, non significa che non potrai mangiare più i tuoi alimenti preferiti. Tuttavia, quelli più duri devono essere tagliati in piccoli pezzi ed è meglio non masticare alcune caramelle morbide, come le mou o il caramello duro, per non rischiare che salti un attacco.

3. Non c’è un momento ideale per portare l’apparecchio ortodontico: mito.  

Anche se è più comune tra i bambini e i giovani piuttosto che tra le persone più grandi, il trattamento può essere iniziato a qualsiasi età. In altre parole, qualsiasi età è buona per prendere misure efficaci per la correzione dei problemi del cavo orale.

4. Se dopo il trattamento non vengono utilizzati gli apparecchi di contenzione, i denti possono spostarsi: verità.

Una volta completato il trattamento ortodontico, è necessaria una fase di contenzione per essere certi che i denti non si spostino. Per mantenere i risultati raggiunti con l’ortodonzia è importante utilizzare i dispositivi di contenzione consigliati dal dentista. I dispositivi di contenzione possono essere un filo sottile fisso, posto dietro ai denti, oppure un apparecchio mobile.

5. I trattamenti ortodontici sono molto lunghi: mito. 

La durata del trattamento dipende dalle esigenze di ogni paziente. Ci sono trattamenti che durano 12 mesi e altri che possono prolungarsi per 24 mesi.

6. In fase di trattamento, occorre prestare maggiore attenzione all’igiene orale: verità. 

Quando si portano gli apparecchi ortodontici o altri dispositivi, è necessario prestare maggiore attenzione alla pulizia dei denti, specialmente in caso di apparecchi fissi, come gli apparecchi ortodontici o di contenzione, perché è facile che si accumulino residui alimentari.

Consigliamo di utilizzare regolarmente il filo interdentale e gli scovolini per eliminare i residui di cibo che lo spazzolino da denti non è riuscito ad eliminare. La pulizia può variare a seconda del tipo di apparecchio ortodontico.

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Gengive sanguinanti

Le gengive gonfie o sanguinanti sono molto comuni, ma devono essere trattate in quanto possono essere un segno precoce di gengivite o altra malattia delle gengive.

A volte le gengive sanguinano un po’ quando ti lavi i denti o passi il filo interdentale?

Se hai costantemente le gengive gonfie, rosse o sanguinanti, è importante intervenire, perché questi possono essere un segno di gengivite, la forma più lieve della malattia gengivale. Ma non ti preoccupare: curare la gengivite di solito è veloce e facile.

Come posso evitare il sanguinamento delle gengive? 

Per mantenere le gengive sane, è necessario prendersi cura di denti e gengive ogni giorno. Ciò significa lavarsi i denti e passare il filo interdentale quotidianamente, accertandosi di aver pulito ogni parte della bocca, non soltanto la superficie dei denti ma anche gli spazi interdentali e sotto il margine gengivale.

Inoltre, dovrai effettuare una visita odontoiatrica due volte all’anno, in modo da individuare eventuali segni precoci di gengivite.

Cosa devo fare se mi sanguinano le gengive?

Se ti sanguinano le gengive, non spaventarti! La cosa migliore da fare è prenotare un appuntamento con il tuo dentista, che ti aiuterà a trovare la soluzione migliore. Nel frattempo, continua con la tua normale routine di igiene orale, non interrompere il lavaggio dei denti e soprattutto la pulizia con lo scovolino o con il filo interdentale. Infatti è proprio negli spazi interdentali che tende ad accumularsi di più la placca, dove si annidano i batteri artefici dell’infiammazione gengivale.

Se il lavaggio dei denti risulta doloroso, potresti provare a utilizzare uno spazzolino morbido.

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Il diabete può triplicare il rischio di malattia gengivale | Dentista Treviglio

Le gengive malate – la parodontite che colpisce circa la metà degli over-30, aumentano il rischio di ammalarsi di diabete del 20-30%. E, viceversa, il diabete non ben curato triplica il rischio di parodontite, inoltre i diabetici con parodontite hanno una malattia più grave e con più complicanze.
È alla luce di questi dati che la Federazione Europea di Parodontologia, in occasione della giornata mondiale del diabete che si celebra oggi, lancia una campagna di sensibilizzazione e un sito dedicato (perioanddiabetes.efp.org) alle connessioni tra le due malattie.
“Le gengive sanguinanti non sono qualcosa di normale – ricorda il coordinatore della campagna Filippo Graziani, presidente Eletto della EFP e ordinario di malattie Odontostomatologiche all’Università di Pisa – è importante andare dal dentista. Prima diagnostichiamo la parodontite, meglio è”.
Il sito web, spiega all’ANSA Graziani che è anche membro della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, contiene video, materiale grafico e linee guida da scaricare per pazienti, media e medici.
Tutto il materiale presente sul sito “Perio & Diabetes” si basa sui risultati del workshop Perio-Diabetes che si è tenuto a Madrid nel 2017, continua Graziani.
“Il progetto è importante – ribadisce – perché si basa sulla vera scienza: ciò aumenta l’autorevolezza della EFP e fornisce uno strumento per comunicare a un pubblico senza competenze specifiche”.
“I pazienti con diabete di tipo 1 e 2 – ribadisce in una nota della EFP Antonio Ceriello, diabetologo presso MultiMedica a Milano- che curano la salute dei propri denti presentano un migliore controllo del diabete e meno complicanze a lungo termine. Ciò riguarda anche i giovani con diabete di tipo 1 che può colpire anche in età infantile. Controlla denti e gengive regolarmente e vedi un dentista due volte l’anno”.
Il punto fondamentale, conclude Graziani, è che i pazienti con diabete ma anche i medici che li hanno in cura comprendano che la salute orale sia un aspetto non trascurabile della malattia diabetica stessa.

 

Fonte: www.ansa.it
Studio Bergamaschi Gilardoni, centro dentistico a Treviglio (BG)

lavarsi i denti

7 errori che si commettono lavandosi i denti

Ognuno di noi, letteralmente da una vita intera, ha le proprie abitudini nel lavarsi i denti quotidianamente. Nonostante questo la maggior parte di noi, per distrazione o per abitudine, commette 7 errori tipici lavandosi i denti. Molti già li conoscete, ma altri no! Iniziamo con la nostra lista!

#1: non cambiare lo spazzolino da denti

Lo spazzolino da denti va cambiato ogni tre mesi. Molte persone lo dimenticano o pensano che non sia importante. Tuttavia le setole dello spazzolino, consumandosi, possono smettere di fare bene il loro lavoro. Lo stesso vale per l’accumulo dei germi e batteri che, più a lungo restano, più si continuano ad annidare.

Mettete un’avviso sul telefono se temete di dimenticarlo, e tenete sempre una confezione di spazzolini nuovi di zecca a disposizione.

#2: Non spazzolare i denti abbastanza a lungo

Occorre spazzolare i denti almeno per 2 minuti. Se provate a cronometrare, siamo sicuri che 2 minuti sembreranno un’eternità!

#3: Non usare il filo interdentale

Il filo interdentale è importantissimo. Non è infatti sufficiente lo spazzolino per intervenire nelle fessure presenti tra un dente e l’altro. Spesso si crede che il filo interdentale sia un arnese che utilizzano solo le persone meticolose, ma dovrebbe essere usato da tutti.

#4: Non pulire la lingua

Dopo la pulizia dei denti, è utile spazzolare anche la lingua, il che è utile anche per rinfrescare l’alito

#5: Usare uno spazzolino con le setole troppo dure

Con uno spazzolino dalle setole troppo dure si rischia di danneggiare le gengive, cosa che può portare a sanguinamenti o alla fastidiosa sensazione di ipersensibilità. Usando uno spazzolino dalle setole medie o morbide il lavaggio sarà altrettanto efficace ma più delicato e non dannoso.

#6: ripetere sempre gli stessi gesti

Si sa, lavarsi i denti è un gesto che si compie automaticamente. Tuttavia la maggior parte delle persone “dimenticano” alcune aree della bocca, come ad esempio la parte interna dei denti. Questo perchè siamo abituati a spazzolare meglio dove vediamo quando ci guardiamo allo specchio. E’ quindi utile pensare ai gesti che si compiono mentre ci si lava i denti per non rischiare di tralasciare qualche area della bocca.

#7: Aspettare troppo tempo dopo i pasti

Occorre lavarsi i denti entro 30 minuti dalla fine di un pasto, soprattutto se si sono assunti alimenti che possono macchiare i denti.

 

Fonte: www.brildent.com
Studio Bergamaschi Gilardoni, dentista a Treviglio (BG)

Il colore dei denti può influenzare il comportamento

La percezione di un sorriso piacevole, rassicurante, accattivante ma soprattutto “sano” è strettamente legata all’equilibrio tra più aspetti che vanno dalla conformazione anatomicoscheletrica di bocca e denti (struttura masticatori, forma dei denti) a quella della biologiamtissutale (gengiva e suoi margini, biotipo) e dalla cornice delle “labbra” che li racchiude (forma negativa o positiva, strette o ampie) ma non solo.

La colorazione dei denti e la loro natura si definisce tra giochi di chiaro e scuro, punti di luce e trasparenze che concorrono a determinarne la percezione di “bello o brutto”, “cattivo o buono”. Studi in merito confermano l’orientamento clinico in ambito odontoiatrico e psico-sociologico secondo i quali la percezione del colore dei denti e del sorriso influenzi i rapporti tra individui e il comportamento sociale.

Questo spiega il perché le metodiche di sbiancamento dentale siano molto richieste e praticate dai professionisti sanitari, igienisti dentali e odontoiatri. L’investimento del settore produttivo e tecnologico è notevole attraverso l’informazione e il marketing che hanno sensibilizzato e portato l’attenzione della popolazione senza distinzione di età e background.

Alcune revisioni sistematiche e meta-analisi della letteratura scientifica hanno confrontato metodiche e percentuali di principi attivi differenti sottolineando la non sostanziale differenza degli effetti sullo sbiancamento. Vi sono metodiche da attuare a domicilio o in studio professionale sempre su
indicazione e controllo odontoiatrico. Il “fai da te” è vivamente sconsigliato e non per ragioni economico-commerciali ma per l’impossibilità, da parte dei Professionisti sanitari, di controllare le caratteristiche dei prodotti utilizzati e gli effetti a carico dello smalto.

Comunque sia un dato certo è che il meccanismo percettivo del colore è determinato dai seguenti elementi costitutivi: la varietà di colore “giallo, blu, rosso” (Tinta), la densità in concentrazione di pigmento (croma), la luminosità chiara o scura (valore) che possono subire variazioni nel tempo.

L’applicazione della scienza del colore, percorsa nell’arte, trova così ampia applicazione anche nel soddisfare il desiderio estetico del sorriso. Questo dato, da prima comportamentale, scivola in un dato oggettivo ed efficace che si traduce nella restituzione di maggiore attenzione alla salute orale correggendo, talvolta anche abitudini comportamentali scorrette e viziate (fumo, disturbi alimentari, eccesso di placca batterica).

La compliance indotta dal risultato (interagiscono su uno o più elementi costitutivi del colore) migliora l’attenzione verso l’igiene orale e dentale, il comportamento alimentare e non ultimo attiva un processo profondo di consapevolezza e autostima. Il sorriso diviene uno degli elementi di sintesi dell’espressione di buono stato di salute e di benessere sul profilo personale, sociale e relazionale.

 

Laura Marino
www.bergamosera.com

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Il fumo è nemico degli impianti ai denti, raddoppia il rischio di fallimento

Il fumo è nemico degli impianti dentali. Fra i fumatori accaniti il rischio di un fallimento dell’impianto dentale è il doppio rispetto a chi non fuma e aumenta anche il rischio che, successivamente, l’impianto si ammali. A mettere in guardia è Luca Landi presidente eletto della Società italiana parodontologia e implantologia (Sidp).
L’associazione tra problemi agli impianti e fumo di sigaretta è scientificamente provata e nota da diversi anni. “Quando si parla di fumatori accaniti si intende persone che fumano dalle 10 sigarette in su. In questi pazienti, nel caso in cui oltre al vizio del fumo sia presente anche una malattia parodontale non controllata, il rischio di una mancata integrazione dell’impianto arriva, secondo alcuni studi, addirittura ad essere fino a 5 volte maggiore”. Oltre a una mancata capacità dell’impianto di attecchire, in questi soggetti “aumenta anche del 50% il rischio di una successiva perimplantite, ovvero la formazione di infezioni ricorrenti, che obbligano il paziente ad assumere più farmaci, come antibiotici e antidolorifici, ma anche a spendere più soldi per le cure, con un progressivo deterioramento dell’osso che porta anche un progressivo fallimento di questi”.
Tre i fattori che concorrono ad aumentare il rischio biologico della malattia o del fallimento dell’impianto in chi fuma innanzitutto, spiega Landi, ” il fumo aumenta l’infiammazione e lo stato infiammatorio di per sè riduce le difese immunitarie locali in particolare quella dei polimorfonucleati neutrofili che sono le prime sentinelle in grado di bloccare le infezioni. Inoltre sempre a causa della nicotina e dei prodotti derivanti dalla combustione diminuisce l’attività del microcircolo sanguigno e questo contribuisce a rendere più difficile la rimarginazione delle ferite. A peggiorare l’infiammazione c’è infine l’alta temperatura a cui sono esposti i fumatori a causa del calore dovuto alla combustione”. Questo non significa che chi fuma molto abbia preclusa questa possibilità. È importante però seguire alcuni accorgimenti.
“Innanzitutto avere una meticolosa cura della pulizia dentale e della salute orale, ovvero maggior igiene quotidiana e una cura specifica da parte del professionista per controllare la parodontite prima di inserire gli impianti. Inoltre – conclude Landi – se il paziente non riuscisse a smettere di fumare è indicata una forte diminuzione del numero di sigarette, perché chiaramente fumarne 10 è diverso da fumarne 30”.

 

Fonte: www.ansa.it
Studio Bergamaschi Gilardoni, centro dentistico a Treviglio (BG)

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