dentista

dentista treviglio

Perché i denti degli adulti non ricrescono?

Dopo tutto se l’hanno fatto una volta, perché non dovrebbero farlo una seconda?

I denti non ricrescono perché una volta che spuntano quelli definitivi non ci sono più le gemme dentarie, le strutture che potrebbero farli ricrescere e che sono invece ancora presenti quando cadono i denti da latte. La gemma dentaria è un precursore, presente all’interno dell’osso alveolare, che contiene le cellule formatrici dello smalto (adamantoblasti), la papilla dentaria (che si trasforma in polpa dentale) e le cellule responsabili della formazione della dentina (odontoblasti). L’uomo è difiodonte, cioè vede crescere due sole dentizioni: la prima è composta da venti denti da latte, o decidui, che spuntano in genere dai sei mesi ai due anni e mezzo di età; la seconda è costituita dai denti definitivi, che subentrano ai primi erodendone le radici e portandoli alla caduta.

La dentizione definitiva si completa attorno ai venti anni, con la crescita dei denti del giudizio.

gengive-rosse

Gengive rosse?

Questa mattina ti sei guardato/a allo specchio e hai notato del rossore sulle tue gengive? Le gengive arrossate sono indice di un’infiammazione a carico delle gengive stesse e sono solitamente 2 le cause principali alla base di questo arrossamento: la gengivite e la parodontite. La gengivite è un’infiammazione delle gengive in genere da imputare alla formazione di placca sottogengivale ricca di batteri. La parodontite è l’infiammazione del complesso dei tessuti di sostegno del dente (gengive, osso alveolare, legamento parodontale e cemento radicolare) che hanno lo scopo di mantenere il dente ancorato alle ossa mascellari. Al pari della gengivite è causata dalla presenza di placca batterica sottogengivale, ma a differenza di questa è caratterizzata da infezioni più gravi e profonde che portano, anche se trattate al meglio, a danno osseo permanente. L’arrossamento delle gengive può essere accompagnato da ipersensibilità al caldo, al freddo, ai cibi acidi, da gonfiore e tendenza al sanguinamento.

Anche se i sintomi possono essere molto lievi e non provocare fastidi, in caso di gengive arrossate è consigliato chiedere un consulto al proprio medico, che saprà consigliare sul da farsi. Se in questo momento hai le gengive infiammate e desideri un consiglio passa a trovarci a Treviglio da Studio Bergamaschi Gilardoni.

Eva Carrese: un nuovo membro nel nostro Team!

Lo studio dentistico Bergamaschi e Gilardoni a Treviglio (Bergamo), con esperienza ventennale nel campo odontoiatrico, è rinomato per la presenza di uno staff professionale, preparato e in costante aggiornamento. 

La nuova entrata nel team è la Dottoressa Eva Carrese, laureata in Igiene Dentale presso l’Università degli Studi di Milano. La Dottoressa, libera professionista, ha preso parte a diversi corsi e concorsi di ambito nazionale e internazionale, per approfondire sempre di più le conoscenze nell’ambito dell’igiene dentale. 

La figura dell’igienista dentale affianca la figura del dentista per aiutare il paziente a mantenere i denti nella migliore condizione. Tale professionista si occupa della prevenzione delle patologie oro-dentali e promuove la salute orale dei pazienti al fine di migliorarne anche la salute sistemica, nonché l’estetica e l’autostima. 

Uno dei compiti principali dell’igienista dentale è quello di effettuare la pulizia dentale, necessaria per togliere tracce di depositi di consistenza dura ed effettuare l’ablazione del tartaro. 

Ma l’igienista dentale non si occupa solo di questo. Una delle sue missioni consiste anche nella rimineralizzazione e nel rinforzo dello smalto dentale. 

Ai fini della tutela della salute dentale, l’igienista dona anche preziosi consigli al paziente riguardo una corretta alimentazione e istruisce sulle varie metodiche di igiene orale. 

La frequenza raccomandata per le regolari sedute di igiene orale professionale è di due volte l’anno. È stato osservato che 6 mesi sono normalmente il tempo ideale per intercettare preventivamente delle problematiche che potrebbero incorrere a livello dei denti e delle gengive.

CBCT by Planmeca: siamo sempre in evoluzione.

Lo studio dentistico Bergamaschi e Gilardoni a Treviglio (Bergamo) riserva sempre un’elevata importanza e attenzione alla scelta delle dotazioni tecniche. 

Oggi vogliamo mostrarvi le funzionalità della CBCT di Planmeca.  

La CBCT è una moderna metodologia diagnostica che consente di riprodurre sezioni (tomografia) e/o di generare un’immagine tridimensionale del cranio (o di alcune sue aree) per mezzo di radiazioni acquisite da un sensore digitale ed elaborate da un computer. La CBCT è definita come una particolare apparecchiatura CT (Computer Tomography) che consente l’acquisizione di tutto il volume da indagare con un’unica rotazione congiunta a 360° del complesso tubo radiogeno/detettori.

Si acquisiscono così una elevata quantità di dati da cui si ricavano informazioni bidimensionali successivamente analizzate e ricostruite tramite opportuni software. Da ciò si ottengono immagini tridimensionali e facili ricostruzioni multiplanari su vari piani di osservazione, almeno nei 3 principali dello spazio, consentendo l’eliminazione dei problemi da sovrapposizione di strutture anatomiche diverse.

Planmeca è un produttore finlandese di apparecchiature odontoiatriche ad alta tecnologia. Pioniere nello sviluppo e commercializzazione di procedure dentali digitali che consentono una gestione delle informazioni efficiente ed ergonomica, è da cinquant’anni al fianco dei dentisti di tutto il mondo. 

Scanner intraorale by Carestream: digitalizziamo la tua bocca.

Lo studio dentistico Bergamaschi e Gilardoni a Treviglio (Bergamo) è da sempre una sicurezza riguardo le migliori dotazioni tecniche in ambito odontoiatrico. 

Tra i tanti strumenti digitali che interessano l’odontoiatria, lo scanner intraorale è senza dubbio quello che più è in grado di caratterizzare in maniera moderna lo studio odontoiatrico. Lo scanner intraorale è uno strumento con un sistema di misurazione tridimensionale utilizzato per raccogliere informazioni su forma e dimensioni delle arcate dentarie attraverso l’emissione di un fascio luminoso (raggio laser) sulla superficie dei denti. 

Le telecamere ad alta risoluzione raccolgono le informazioni che vengono processate da un software che riproduce il modello 3D virtuale delle arcate dentali e dei tessuti molli del paziente, digitalizzando completamente l’anatomia della bocca. Dal modello 3D generato dallo scanner dentale, è possibile eseguire una serie di pianificazioni chirurgiche, protesiche o ortodontiche sulla base delle quali si realizzano i dispositivi necessari.

Ma quali sono i vantaggi per il paziente? Una tecnologia all’avanguardia come quella dello scanner migliora il comfort del paziente e la velocità del trattamento. Lo scanner garantisce minore invasività rispetto al calco tradizionale; riduzione dei tempi, visto il mancato ricorso alla doppia impronta; e maggiore precisione dell’impronta stessa. 

Nel 2018 si è poi dato il via a un’indagine condotta da Nedelcu at al. per delineare una volta per tutte cosa sia meglio tra lo scanner intraorale e l’impronta con materiali tradizionali. A termine dell’indagine, tutti gli scanner hanno evidenziato livelli comparabili di accuratezza complessiva. Ma lo scanner di Carestream (in dotazione nel nostro studio dentistico) ha mostrato di eccellere sugli altri prodotti per quanto riguarda l’accuratezza della linea di fine preparazione, mostrando quindi risultati eccellenti e comparabili in tutto e per tutto rispetto al polietere.

Denti ipersensibili? Ecco cosa fare.

La terapia può semplicemente consistere nell’utilizzo di dentifrici desensibilizzanti specifici o prodotti venduti in farmacia come collutori o gel a base di fluoruri, ossalati o vetri bioattivi che se applicati sulle zone sensibili inducono la chiusura dei tuboli dentinali riducendo, se non eliminando, il fastidio.

Se questi approcci domiciliari dovessero risultare inefficaci si dovrà ricorrere a una terapia nello studio odontoiatrico, attraverso l’applicazione professionale di vernici che agiscono sulla struttura del dente, proteggendola. Se anche le sostanze desensibilizzanti professionali non dovessero riuscire a risolvere la sintomatologia si potrà intervenire con la ricostruzione dei tessuti andati persi. Il professionista dovrà ricostruire lo smalto a livello del colletto del dente oppure, dove le condizioni anatomiche lo permettono, ricorrere a un intervento di chirurgia plastica parodontale, che ha come obiettivo la copertura di tutta la superficie radicolare, con la ricostruzione delle gengive distrutte. Questa tecnica sembra essere il sistema più efficace e risolutivo.

Fonte: gazzettadelsud.it

Bambini e denti: cosa fare?

Gli incidenti ai denti nei bambini possono essere preoccupanti. Se il tuo bambino si tira su da solo tenendosi ai mobili o imparando a fare i primi passi, prima o poi cadrà sulla faccia. Occasionalmente può colpire un dente. Per prima cosa assicurati che il bambino non abbia altre ferite (al viso o alla testa, per esempio) che richiedano un trattamento d’emergenza.  Se le sue gengive iniziano a sanguinare, applica una pressione con un pezzo di garza bagnata per alcuni minuti (o fino a quando l’emorragia si ferma). Un succo di frutta ghiacciato può limitare il gonfiore e ha l’ulteriore vantaggio di distogliere la mente del bambino dal dolore. Chiama immediatamente il medico se vedi qualcosa di insolito nelle gengive o nei denti del tuo bambino durante la prossima settimana, o se noti qualche segno di infezione, come febbre, gonfiore e indolenzimento.

Devo portare il mio bambino dal dentista se colpisce un dente?

Se i denti e le gengive del tuo bambino sembrano a posto e non sembra avere dolore, dovrebbe stare bene senza un controllo dentale. Se il dente è scheggiato o incrinato e il tuo bambino sembra soffrire, dovresti portarlo subito dal dentista, perché parte del nervo potrebbe essere esposto. Dovresti anche portare il tuo bambino dal dentista se il dente è molto allentato; potrebbe decidere di estrarlo in modo che il tuo bambino non soffochi se cade da solo. Chiedi anche al dentista di dare un’occhiata a un dente che sembra fuori posto: può valutare se ha bisogno di essere riposizionato. Se il dente è scheggiato ma non sembra dare fastidio al tuo bambino, fissa un appuntamento dal dentista per valutare se ci sono crepe sottostanti o altri danni che non puoi vedere. Può anche riparare il dente limandolo o rattoppandolo con materiale adesivo, se decidi che è importante per motivi estetici.

Fonte: mammemagazine.it

Il succo di limone: come agisce sui nostri denti?

Tutti vorremmo avere una dentatura bianca e impeccabile degna dello spot di un dentifricio. Ma non è così facile. Spesso infatti il colore dei nostri denti, e anche la loro salute, dipende dall’assunzione di cibi o bevande. Alcuni come il caffè o il vino rosso possono essere invasivi e annerire lo smalto dentale. Si consiglia infatti di sciacquare subito la bocca dopo aver assunto caffè per evitare che rimanga attaccato alla superficie dentale.

Ci sono però anche tanti altri alimenti che possono ledere alla salute dello smalto. Ad esempio le bevande zuccherate, le caramelle, le bibite come la birra, il succo di arancia. Tutto dipende dalla quantità del PH acido che queste sostanze contengono. Attenzione in particolare all’assunzione di questo famoso agrume che potrebbe essere aggressivo per i nostri denti.

Si chiama erosione acida e causa la corrosione dello smalto

Si tratta del limone e in particolare del suo succo. Il limone è un ottimo alleato per la nostra salute, ma l’alto contenuto di acido citrico che possiede è responsabile della cosiddetta erosione acida o dentale. Il limone rimane sulla superficie del dente anche pochi secondi e subito corrode lo smalto. Questo porta a scoprire la dentina che deve invece rimanere coperta sia dagli sbalzi termici che chimici. Le fibre restano quindi indifese rendendo il dente particolarmente sensibile. Per erosione, infatti, si intende una perdita progressiva dei tessuti duri del dente, quindi delle sue matrici minerali, a causa dell’azione di sostanze chimiche. Purtroppo questa situazione una volta aggravata è senza ritorno. Lo smalto una volta rovinato e consumato non si rigenera. Il dente perde luminosità e si annerisce. Se proprio non possiamo fare a meno di assumere il succo di limone la mattina diluito in acqua calda, dobbiamo tenere a mente un paio di dritte. Si sa che il succo di questo agrume favorisce il processo della digestione, ripulisce l’intestino e stimola il metabolismo. Ma il quantitativo di acido citrico da cui è costituito (ne può contenere fino al 3-4%) può essere veramente deleterio per lo smalto dentale.

L’azione esogena del succo di limone è capace di abbassare il PH del nostro cavo orale rendendolo acido. Il limone ha un PH di 2,4 ed è molto in alto tra i valori significativi per l’erosione dentale. Attenzione all’assunzione di questo famoso agrume che potrebbe essere aggressivo per i nostri denti A ogni modo, senza rinunciare al succo di limone, possiamo tenere a mente di assumerlo, e di non mantenerlo troppo a contatto con i denti. Bisogna fare piccoli sorsi oppure ancora meglio utilizzare una cannuccia. In questo modo il quantitativo di acido passa direttamente alla gola. Sciacquare subito la bocca con l’acqua, dopo averlo bevuto, e aspettare qualche minuto prima di lavare i denti. Magari facciamolo con uno spazzolino dalle setole morbide e senza essere troppo aggressivi. Assumere il succo di limone concentrato alza di tantissimo il rischio di corrodere lo smalto dentale. Preferite sempre il succo come condimento per le pietanze, magari al posto dell’aceto o dell’olio.

dentista a treviglio bergamo

11 cose che (forse) non sai sull’alito cattivo

UN PROBLEMA ANTICO. Potete anche proclamare le verità più sacrosante, ma se siete affetti da alito cattivo (alitosi è il termine scientifico) non otterrete mai la dovuta credibilità (o un posto al colloquio di lavoro). E lo stesso vale se il vostro fisico, charme e simpatia sono una calamita per eventuali partner: l’alitosi è in grado di vanificare ogni tentativo di corteggiamento. La lotta quotidiana contro l’alito cattivo, a quanto pare, era ben nota anche agli antichi. Non a caso 5.000 anni fa i babilonesi provavano già a spazzolare via dalla bocca odori indesiderati con dei ramoscelli, mentre gli egizi inventarono le prime mentine 3.000 anni fa.

CAUSA DI DIVORZIO TRA GLI EBREI. Questo problema non era affatto considerato minore: nella Torah veniva condannata come una seria disabilità, al punto che poteva essere ragione di divorzio.

IL FIATO CATTIVO PUÒ ANCHE CAMBIARE IL CORSO DELLA STORIA. Shāh-Nāmeh (letteralmente «Il Libro dei Re») è una vasta opera poetica scritta dal poeta persiano Ferdowsi, risalente al X secolo, che racconta il passato mitico e storico della Persia. Nel libro si narra della giovane sposa Nahid che viene ripudiata e rispedita in Macedonia dal suo neo-marito, il re persiano Darab, per via del suo alito. La giovane nel frattempo però era rimasta incinta e una volta tornata a casa partorisce un figlio, che verrà chiamato Iskander, e che diventerà il più famoso macedone di tutti i tempi: Alessandro il Grande.

QUAL È LA CAUSA? Un italiano su 4 ha l’alito cattivo abitualmente. Nella maggior parte dei casi i colpevoli sono dei batteri invisibili che se la spassano sulla nostra lingua e le nostre gengive, e che dopo aver banchettato con parti minuscole di cibo, gocce di liquido nasale o tessuti del cavo orale emettono gas, specialmente solfati, mal tollerati dalla maggior parte dei nasi.
Sono pochi gli odori che hanno origine nello stomaco e non hanno niente a vedere col cavo orale. Molto comune, invece, è l’alitosi da parodontopatie, cioè da infiammazioni e infezioni del parodonto, il tessuto di sostegno dei denti, che provocano il sanguinamento delle gengive. Secondo alcune ricerche, a soffrirne in maniera lieve o avanzata sarebbe addirittura il 62% degli italiani.

PERCHÉ L’AGLIO FA PUZZARE L’ALITO? Tutta colpa dell’allicina, molecola instabile responsabile del caratteristico odore dell’aglio. Questa si trasforma rapidamente in composti solfurei, che “regalano” all’alito il suo tono pungente. Il corpo metabolizza la maggior parte di queste molecole nel giro di poche ore, a eccezione del solfuro di metil-allile, che può rimanere in circolo anche fino a due giorni e una volta giunto ai polmoni ripresentarsi nel respiro (è anche responsabile dell’odore agliaceo di sudore e urina).
Lavarsi i denti può mascherare il forte odore dell’aglio, e anche alcuni cibi (kiwi, spinaci, prezzemolo, basilico, latte, funghi e riso) possono essere dei buoni alleati contro l’alito cattivo, degradando o intrappolando i composti solfurei.

4 CIBI (E UN NEMICO) CHE CAUSANO L’ALITO CATTIVO. Aglio e cipolla non sono i soli a favorire l’alito cattivo. C’è anche il caffè, per esempio: la caffeina rallenta la produzione della saliva, che ha il compito principale di lavare via i batteri e tenere la bocca pulita; lo stesso meccanismo vale per il vino. Gli aminoacidi contenuti nel formaggio favoriscono la formazione di composti solforati volatili molto pestiferi; lo stesso meccanismo vale per le carni rosse. Infine il fumo: favorisce l’alito cattivo (oltre a creare guai ancora peggiori).

DENTI E PAVIMENTI PULITI. Se il fiato pesante era considerato un flagello già nell’antichità, bisogna aspettare la fine del XIX secolo affinché venga riconosciuto come diagnosi medica. Solo allora il termine alitosi inizia a diventare comune, grazie anche agli sforzi non di certo disinteressati di un’azienda chiamata Listerine. Fino agli inizi del ‘900 Listerine produceva un antisettico multiuso, venduto anche come disinfettante chirurgico o lava pavimenti. Ma Gerard Barnes Lambert, uno degli eredi dell’impresa, spinse negli anni ’20 per campagne pubblicitarie incentrate sull’uso di Listerine come collutorio. L’alitosi veniva dipinta come una disgustosa condizione medica capace di compromettere la vita sentimentale o gli affari. La nostra moderna fobia verso l’alito cattivo, e la paura di non essere accettati a causa di questo disturbo, ha origine proprio in quegli anni.

COME CAPIRE SE SIAMO “TOSSICI”? Conoscendo le cause dell’alitosi, gli scienziati hanno escogitato modi per combatterli. O prevenirli: dato che nessuno può percepire la qualità del proprio fiato ma una persona su 5 soffre spesso di alitosi, Mel Rosenberg, medico e fondatore della Società internazionale per le ricerche sull’alito cattivo, ha creato un test, “Ok to kiss” (“baciabile”), che permette di valutare il proprio alito, misurando il beta-galattosidasi. Si sputa in un cucchiaio trattato chimicamente: se diventa blu, meglio rinunciare ai baci.

RIMEDI NATURALI. Per combattere l’alito cattivo Plinio il Vecchio (23-79) suggeriva cenere di testa di lepre o i denti di asina, latte d’asina, polvere di corna di cervo e pietra pomice. Oggi ricorriamo a caramelle al mentolo o a chewing-gum che hanno però controindicazioni, effetto limitato e con lo zucchero possono, sopo un primo sollievo, peggiorare la situazione.
L’alternativa naturale ad essi è rappresentata dai chiodi di garofano, da masticare al momento del bisogno. Come detto, poi, anche alcuni cibi (kiwi, spinaci, prezzemolo, basilico, latte, funghi e riso) possono essere dei buoni alleati contro l’alito cattivo, degradando o intrappolando i composti solfurei.

VITTORIA DI PIRRO. Tra spazzolino, collutorio e filo interdentale, le armi a nostra disposizione ci permettono finora solo vittorie momentanee. Ma un atteggiamento più aggressivo non porterebbe da nessuna parte: la guerra di sterminio toglierebbe di mezzo anche le comunità batteriche che contribuiscono positivamente all’ecosistema della bocca. Meglio un approccio più integrato, magari impiantando nel cavo orale precise comunità batteriche, affinché tengano sotto controllo la proliferazione di quelle più problematiche, senza eliminarle del tutto.

HITLER E L’ALITO CATTIVO. Hitler aveva una vera passione per il cioccolato, la panna e i dolci in generale. Il che gli provocò numerosi problemi ai denti. Il dittatore nazista però aveva il terrore del dentista e non si faceva curare. Così, i denti guasti alla lunga provocarono a Hitler una perenne alitosi.

Cura dei denti. Consigli utili per salvare lo smalto… e il sorriso

Quanti sanno che basterebbe una cannuccia per proteggere i denti dagli acidi delle bevande? E che sarebbe meglio aspettare mezz’ora prima di lavarsi i denti dopo aver mangiato alcuni cibi?

Solo 13 persone su cento sanno che un consumo eccessivo di vegetali e frutta acida (dai pomodori agli agrumi) può danneggiare lo smalto dei denti. Lo rivela l’Accademia di odontoiatria conservativa, secondo cui moltissimi italiani di ogni età hanno segni di erosione dello smalto ma pochi ne conoscono le cause o i sintomi: appena l’8 per cento sa che i denti ingialliti sono un segnale, solo uno su tre che lo è l’ipersensibilità a caldo e freddo. E circa la metà crede (a torto) che lo smalto possa rigenerarsi.

«Il deterioramento è dovuto all’aggressione da parte di acidi nel cibo o in bevande come le spremute di agrumi o le bibite gasate, soprattutto se sorseggiate a lungo senza dare tempo alla saliva di ripristinare il ph orale: basterebbe una cannuccia per ridurre il contatto, ma pochi lo sanno», spiega Lorenzo Breschi, presidente AIC. Per una dieta green ma salva-sorriso è meglio optare per gli ortaggi meno acidi e fibrosi come sedano, broccoli e verdura a foglia, che aiutano anche a “spazzolare” i denti mentre si mastica, e come frutta preferire mele non troppo dolci. «Dopo aver mangiato cibi acidi è bene aspettare mezz’ora prima di lavare i denti con un dentifricio al fluoro per favorire la remineralizzazione: farlo subito significa aggredire di più uno smalto “ammorbidito”. È importante prevenire l’erosione, perché uno smalto fragile aumenta moltissimo il rischio di carie».

Studio Bergamaschi Gilardoni – Dentista a Treviglio, in provincia di Bergamo

Fonte: iodonna.it

Treviglio BG

Viale Battisti Cesare, 45

Chiama o Whatsapp

0363 40128

Lunedì - Venerdì

9:00 - 12:30 | 15.00 - 20.00

Per appuntamenti

bg.odonto@alice.it